Così il monumentale Holocaust Memorial Museum (HMM), inaugurato a Washington il 22 aprile 1993, a cinquecento metri dal monumento a George Washington, non poteva permettersi di abbandonare l’argomento delle camere a gas naziste. Restava da vedere quale rappresentazione fisica avrebbe dato un museo del genere di quest’arma terrificante.
Oggi lo sappiamo e il risultato è spaventoso: in mancanza di qualcosa di meglio, questo sontuoso museo, che è costato milioni di dollari ai contribuenti americani e alla comunità ebraica americana, per non parlare del denaro pagato dai contribuenti tedeschi, si è ridotto a mostrarci, come unico modello di camera a gas omicida, una camera a gas di disinfezione situata a Majdanek (Polonia). Come mostrerò più avanti, anche un autore come Jean-Claude Pressac, autore di un libro pubblicato nel 1989 con il patrocinio della Fondazione Beate Klarsfeld di New York, ha dovuto ammettere l’ovvio: la camera a gas di Majdanek era solo una camera a gas di disinfezione.
Nel 1945, gli americani avevano già presentato quattro camere a gas di disinfezione a Dachau (Germania) come camere a gas omicide.
Se gli organizzatori dell’HMM di Washington hanno corso il rischio di commettere un inganno così grave è, a mio avviso, perché sono stati costretti a farlo, non potendo offrire ai visitatori una rappresentazione fisica, in qualsiasi forma, di una delle camere a gas che i tedeschi, come ci viene ripetutamente detto, usavano per uccidere folle di vittime.