Come tutti gli altri popoli, come tutti noi, il popolo ebraico è allo stesso tempo un elemento attivo e passivo della Storia; più di una volta ha compiuto, anche se inconsapevolmente, opere importanti che la Storia gli ha offerto. Il “problema ebraico” è stato osservato da diverse angolazioni, ma sempre con passione e spesso con auto-illusione. Eppure gli eventi che hanno interessato questo o quel popolo nel corso della Storia non sono sempre stati determinati, tutt’altro, da questo popolo, ma da tutti quelli che lo circondavano.
Un atteggiamento troppo appassionato per una parte o per l’altra è umiliante per loro. Tuttavia, non possono esistere problemi che l’uomo non possa affrontare con la ragione. Parlare apertamente, ampiamente, è più onesto e, nel nostro caso preciso, parlarne è essenziale. Ahimè, le ferite reciproche si sono accumulate nella memoria popolare. Ma se guardiamo al passato, quando guarirà la memoria? Finché l’opinione pubblica non troverà una penna per farvi luce, rimarrà una voce vaga, peggio ancora: minacciosa.
Non possiamo separarci definitivamente dai secoli passati. Il nostro mondo si è ristretto e, a prescindere dalle linee di demarcazione, ci ritroviamo di nuovo vicini. Per molti anni ho rimandato la stesura di questo libro; avrei preferito non caricarmi di questo peso, ma i ritardi della mia vita si sono esauriti ed eccomi qui.