Quello che rifiutiamo è la lettura sionista, tribale e nazionalista di questi testi, che sminuisce l’idea dell’alleanza di Dio con l’uomo, con tutti gli uomini, e della sua presenza in tutti, e ne estrae il concetto più malefico della storia umana: quello del “popolo eletto” da un Dio unilaterale e di parte (dunque un idolo), che giustifica a priori tutte le oppressioni, tutte le colonizzazioni e tutti i massacri. Come se, nel mondo, non ci fosse altra “storia santa” che quella degli ebrei.
Dalla mia dimostrazione, sempre corroborata dalle fonti, non deriva affatto l’idea della distruzione dello Stato d’Israele, ma semplicemente la sua desacralizzazione: questa terra non fu mai promessa più di qualsiasi altra, essa fu conquistata come quella della Francia, della Germania o degli Stati Uniti in funzione dei rapporti di forza storici in ciascun secolo.
Quindi vi chiedo: chi è colpevole? Chi commette il crimine o chi lo denuncia? Colui che cerca la verità o colui che cerca di metterla a tacere?